Il Cimitero militare germanico
Il Cimitero si trova un po' fuori Cassino, sulla via Caira. E' stato costruito nel periodo che va dal 1959 al 1964 dal Volksbund Deutsche che è l'organizzazione che provvede alla cura delle tombe dei militari germanici in Italia ed in quasi 100 Paesi del mondo. Vi sono sepolti 20.027 soldati
Dall'ingresso del cimitero si sale su per un viale e si arriva all'edificio d'ingresso. Qui ci si imbatte in una scultura denominata "Affizione e Conforto" raffigurante due uomini che si danno conforto sotto il cielo aperto sopra di loro.
Si esce dunque dalla porta sormontata da due campane e lo sguardo si posa immediatamente sul primo giro della montagna dove è posto il cimitero e dove si ergono le tombe segnate con delle croci inserite nel terreno coperto di piantine verdi e vigilate da enormi cipressi. Non si può salire, bisogna percorre un primo tratto lungo il sentiero pieno di croci.
Di sotto si scorgono altri cerchi pieni di croci e ce n'è uno ancora più in basso. Finalmente si trova la scaletta che consente di passare da un cerchio a quello sovrastante e così ci si accorge che sono ben sette i cerchi concentrici che sono stati scavati nella circonferenza della collina. Ogni croce porta il nome, il grado e la data di nascita e di morte del soldato lì seppellito. Un attimo di conti e si scopre con dolore che sono tutti giovani ventenni. Tutti nati intorno agli anni venti e quasi tutti morti all'inizio del '44, a febbraio, ad aprile, a maggio. Una stretta al cuore e una tristezza tremenda assale chi resta lì a guardare. Anche le pietre scelte sono tristi. Sono scure, allineate, massiccie, tristi come noi.
Si sale fino alla sommità, laddove di erge una croce di bronzo alta 11 metri dietro la quale vi sono le fosse comuni. In fondo dopo le fosse, vi è una lampada votiva regalata da Papa Paolo IV a tutti i caduti, quasi a voler stringere finalmente la pace tra i giovani polacchi e i giovani tedeschi che ignari hanno combattuto e sono morti per colpa di un demonio che in quegli anni è sceso sulla Terra.
Sul tramonto si accendono le fontane automatiche e spruzzano l'acqua fresca sull'intera collina, sopratutto nella parte alta. Bisogna stare attenti a scendere senza bagnarsi. E' un po' come giocare con quei ragazzi sepolti quassù. Chissà come avrebbero voluto giocare con l'acqua!. Si dice che molti di loro sono morti proprio esponendosi al nemico per procurarsi un po' d'acqua da bere.
Si torna indietro e un'altra immagine resta nel cuore....non ci sono fiori vicino alle tombe, tutto è scuro, anche le piantine verdi sono scure. Scuro come il nostro animo, scuro come la guerra!
Dall'ingresso del cimitero si sale su per un viale e si arriva all'edificio d'ingresso. Qui ci si imbatte in una scultura denominata "Affizione e Conforto" raffigurante due uomini che si danno conforto sotto il cielo aperto sopra di loro.
Si esce dunque dalla porta sormontata da due campane e lo sguardo si posa immediatamente sul primo giro della montagna dove è posto il cimitero e dove si ergono le tombe segnate con delle croci inserite nel terreno coperto di piantine verdi e vigilate da enormi cipressi. Non si può salire, bisogna percorre un primo tratto lungo il sentiero pieno di croci.
Di sotto si scorgono altri cerchi pieni di croci e ce n'è uno ancora più in basso. Finalmente si trova la scaletta che consente di passare da un cerchio a quello sovrastante e così ci si accorge che sono ben sette i cerchi concentrici che sono stati scavati nella circonferenza della collina. Ogni croce porta il nome, il grado e la data di nascita e di morte del soldato lì seppellito. Un attimo di conti e si scopre con dolore che sono tutti giovani ventenni. Tutti nati intorno agli anni venti e quasi tutti morti all'inizio del '44, a febbraio, ad aprile, a maggio. Una stretta al cuore e una tristezza tremenda assale chi resta lì a guardare. Anche le pietre scelte sono tristi. Sono scure, allineate, massiccie, tristi come noi.
Si sale fino alla sommità, laddove di erge una croce di bronzo alta 11 metri dietro la quale vi sono le fosse comuni. In fondo dopo le fosse, vi è una lampada votiva regalata da Papa Paolo IV a tutti i caduti, quasi a voler stringere finalmente la pace tra i giovani polacchi e i giovani tedeschi che ignari hanno combattuto e sono morti per colpa di un demonio che in quegli anni è sceso sulla Terra.
Sul tramonto si accendono le fontane automatiche e spruzzano l'acqua fresca sull'intera collina, sopratutto nella parte alta. Bisogna stare attenti a scendere senza bagnarsi. E' un po' come giocare con quei ragazzi sepolti quassù. Chissà come avrebbero voluto giocare con l'acqua!. Si dice che molti di loro sono morti proprio esponendosi al nemico per procurarsi un po' d'acqua da bere.
Si torna indietro e un'altra immagine resta nel cuore....non ci sono fiori vicino alle tombe, tutto è scuro, anche le piantine verdi sono scure. Scuro come il nostro animo, scuro come la guerra!