28 Aprile 2025

Sant'Apollinare

https://www.comune.santapollinare.fr.it/
Piazza del Comune , 03048 Sant'Apollinare (FR)
CF 81003550605
PEC: protocollo.santapollinare@pec.it
info@comune.santapollinare.fr.it
centralino: 077/6915036

Sant'Apollinare è uno dei comuni della cosiddetta "Valle dei Santi". In questa valle scorre il fiume che proprio sul territorio di questo paese prende il nome di Garigliano ed è in questa valle che ha governato l'Abbazia di Montecassino costruita da San Benedetto. Essa è infatti anche chiamata "la terra di San Benedetto". Infatti sul territorio si trovano resti delle "celle" dove vivevano e pregavano i frati benedettini.
Le origini di Sant'Apollinare risalgono al periodo intorno al 797 (come testimoniato dai documenti cassinesi), quando divenne abate di Montecassino Gisolfo (796-817), il quale, oltre all'efficace opera di valorizzazione del territorio circostante il monastero, fece costruire su di un colle denominato Albianus (il termine deriva dal colore delle greggi che vi pascolavano) una cella dedicata al santo ravennate Apollinare (vescovo e martire) e vi fece impiantare stabilmente alcuni monaci benedettini.
La "Cella" benedettina era un piccolo convento con la cappella, con l’abitazione dei monaci e il ripostiglio degli arnesi, che poi divenne però anche una “curtis”, ovvero un piccolo centro amministrativo dei beni ricavati dalla terra, dedicata ad Apollinare (vescovo e martire) santo ravennate, e che dava stabile ospitalità ad alcuni monaci benedettini.
Il paese si adagia su una collina dalla quale si può ammirare tutta la valle fino al monte dove è stata costruita l'Abbazia di Montecassino. Qui il turismo religioso è d'uopo e la scoperta dei luoghi sacri è di grande interesse.
Sotto, nella valle si possono ammirare i filari di pioppi che qui trovano l'acqua necessaria per crescere così da costituire la materia prima per le cartiere distribuite sul territorio. La fertilità della terra suggerisce molteplici iniziative nel campo dell'agricoltura e decisioni alyernative in funzione dei mercati.
Proprio per la sua posizione geografica, Sant'Apollinare, come tutti i comuni limitrofi. si è trovato coinvolto pesantemente dalla ultima Guerra Mondiale, nel lungo combattimento che si è avuto lungo la linea Gustav che ha contrapposto la difesa tedesca all'avanzata delle forze alleate dirette a Roma per la sua liberazione.
Esso conserva pertanto ricordi e cimeli di quella guerra e piccoli musei anche privati, come quello del signor Di Cicco. Il luogo diventa pertanto interessante per ospitare un turismo culturale amante della storia, ma anche un turismo didattico per la crescita di una cultura della Pace in ogni persona della Terra.
Dal Borgo del paese si può raggiungere la vicina montagna per escursioni di grande interesse naturalistico e ambientalista.
La collocazione sulla superstrada che collega la provincia di Frosinone con la provincia di Latina, rendono il paese facilmente raggiungibile e pertanto gli danno una grande opportunità per insediamenti industriali, artigianali e dell'accoglienza.
Il Santo Sant'Apollinare
Sant'Apollinare si festeggia il 23 luglio. Il Santo, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all'opera di evangelizzazione dell'Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di Sant'Apollinare in Classe e Sant'Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell'area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell'attuale Cattedrale cittadina.
Sant'Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell'intera regione Emilia-Romagna.

Apollinare fu nominato 14° abate nell’817, succedendo all’abate Gisulfo; di origini benedettine, di grandi virtù, promosse con tenacia la disciplina monastica e, nel contempo, operò con vivace attività per incrementare i possessi del monastero ed organizzare la gestione.
Egli ricevette molte donazioni da nobili feudatari.
Visitava spesso i suoi possedimenti, controllandone l’amministrazione e, durante una di queste trasferte, arrivando sulle sponde del fiume Liri ma non disponendo di barche per attraversarlo, si fece il segno della croce e camminò sulle acque a piedi asciutti.
Accolse nel monastero Radechi conte di Conza, penitente, il quale voleva espiare le proprie colpe riguardo l’assassinio di Grimoaldo IV principe di Benevento, cosa abbastanza frequente nelle lotte intestine fra i feudatari dell’epoca.
Il Santo morì il 27 novembre 828 e venne sepolto nell’abbazia; l’abate Desiderio e lo storico Leone Marsicano raccontano che Bassacio, insieme a dei monaci, mentre pregava per l'imminente assalto dei Saraceni, ebbe in sogno Apollinare che lo rassicurò in nome di S. Benedetto. Infatti, durante la notte un violento temporale fece straripare il fiume Liri ed i saraceni, che non avevano barche, rinunciarono in un primo momento alla distruzione dell’abbazia.

Nel 1058, l’abate Desiderio fece esumare le spoglie del Santo e le sistemò nella chiesa di S. Giovanni Battista, componendo egli stesso un epitaffio in versi; ancora, nel 1952, dopo la ricostruzione dell’abbazia seguita alla distruzione della II guerra mondiale, fu trasferito nella cappella eretta in suo onore ed affrescata da Luca Giordano nel sec. XVII, luogo scampato alla rovina.
Il Castello
Nel 839 d.C. l'insediamento costituitosi intono alla Cella benedettina subisce devastazioni da parte di saraceni e ungari. Si raduna quindi attorno al sito parte della sparsa popolazione della valle, che si adopera per fortificare l'abitato.
Viene eretto quindi il castello che dall'alto del suo poggio domina la pianura dove il Liri diviene Garigliano
La torre del Castello si trova nel centro storico del paese, alle spalle del Palazzo Municipale ed è stata recentemente restaurata in seguito ai danni subiti nel secondo conflitto mondiale e dai terremoti che hanno interessato la zona. Il castello di Corte, formato da 265 stanze, nel 1860 circa fu acquistato dal signor don Carmine De Vendictis di Sant’Ambrogio sul Garigliano e da questa famiglia fu tenuto fino alla sua totale distruzione, avvenuta nel febbraio del 1944.
Le passeggiate
La vallata è delimitata da due catene di Monti, una di queste è quella dei Monti Aurunci. Questa vallata si presenta ricca di selve e di boschi, piccole praterie e terre coltivate.
A Sant’Apollinare sono state realizzate delle opere che consentono di godere a pieno della natura, è possibile attraverso il "Percorso naturalistico MONTEBARRUZZA" fare delle lunghe passeggiate ed ammirare la sottostante piana del Liri; organizzare delle scampagnate e sostare lungo il percorso grazie alla presenza di gazebo, tavoli e panche.
Altro bellissimo spettacolo faunistico è quello offerto dal Percorso Pedemontano che collega i comuni di Sant’Apollinare e di Vallemaio, anche qui è possibile fare delle lunghe passeggiate e sostare per scampagnate.
È possibile fare delle passeggiate, godendo del contatto incontaminato con la natura, anche presso la zona denominata Repetoni, località in cui è presente la tenuta del Cavaliere Di Cicco.
Il "Casino Di Cicco" è un luogo in cui vi sono testimonianze sulla seconda guerra mondiale e sul passaggio del maresciallo Kesselring.
La clclabile lungo il fiume
Lungo l'argine destro del fiume Liri è stata costruita una Pista Ciclabile che consente alle persone, non solo di trascorrere ore di relax, usufruendo delle zone di sosta ma anche di fare sport all’aria aperta.
La pista, della lunghezza di quasi tre chilometri, si trova in un area dimessa del Comune di Sant’Apollinare a traffico prevalentemente agricolo, costeggia il fiume Liri per poi inoltrarsi nella piana del Liri-Garigliano, attraversando ampie zone coltivate a pioppeti, di indubbia bellezza paesaggistica, proseguendo per via Pioppo, sbocca su Via Pantanelle, proseguendo lungo la stessa, su Via Indipendenza per poi deviare su Via Pantano fino a congiungersi con l’anello principale.
L’elemento costante che accompagna l’intero sviluppo della pista è l’istallazione di bacheche in legno recanti adeguata cartellonistica che illustra le varie essenze arboree presenti lungo le aree attraversate dalla pista, le varie specie ittiche, la flora, i tipi di coltura abituale, oltre alla creazione di aree di sosta attrezzate per il pic-nic, per il parcheggio delle macchine e delle biciclette, per il gioco all’aperto o solo per poter semplicemente meditare o riposare, ammirando lo stupendo paesaggio fluviale che fa da sfondo all’osservatore.
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Le ricette sono state prodottte dal Centro Anziani del comuen di Sant'Apollinare nel corso del progetto SEAN realizzato da Impresa Insieme S.r.l. come Segreteria SERAF, grazie ad un finanziamento pubblico finalizzato a coinvolgere i centri Anziani di Cassino e della Valle dei Santi nel sostenere la politica di Marketing Territoriale del territorio dell'ABD del Cassinate.
Il Giardino "Casino Di Cicco" sulla Memoria e i Santi
Il Giardino “Casino Di Cicco”, situato a ridosso dei Monti Aurunci, è un’oasi di quiete sulla prima di una serie di colline immerse nel verde di quei monti. In questo Casino sono custodite le reliquie di San Benedetto, di Santa Scolastica e di Sant’Andrea Apostolo, manoscritti, libri e dipinti di rilevante valore letterario e artistico e reperti bellici dell’ultima guerra. È interessante visitarlo soprattutto per le postazioni e le grotte là scavate dai Tedeschi e ancora esistenti. Una di esse, in località zia Rocchetta, ha ospitato il Feldmaresciallo Albert Kesselring.

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